Progetti urbani

Riqualificazione del Quartiere
fieristico di Messina

“Concorso di progettazione per i lavori di riqualificazione e rifunzionalizzazione degli uffici e padiglione di ingresso nel quartiere fieristicio di Messina”.
PROGETTO SECONDO CLASSIFICATO.

L’Autorità Portuale, interpretando e raccogliendo un’istanza collettiva di rinnovo dell’affaccio a mare, ha assunto come obbiettivo di aprire progressivamente la cittadella fieristica alla città trasformandola da ambito chiuso e specializzato a spazio pubblico aperto, attrezzato per il tempo libero e attività culturali. E’ con queste finalità che va pertanto affrontato il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione del primo padiglione d’ingresso per le destinazioni d’uso richieste: uno spazio per attività dello spettacolo, della musica e del teatro per la città.

Il bando esprime una opzione chiara per un progetto che affronti il tema attraverso una operazione di restauro del moderno, riconoscendo implicitamente un valore di testimonianza qualificata all’edificio in questione. E’ altrettanto evidente che le richieste per destinazioni d’uso non espositive ma per funzioni decisamente diverse (spettacolo/musica etc) impongano una forte trasformazione del manufatto da coniugare con una istanza di conservazione/restauro del manufatto. 

Periodo

Gennaio 2007

Luogo

Messina (ME)

Progettisti

Bruno De Cola,
Sergio De Cola,
Oreste Marrone,
Gualtiero Parlato,
Claudio Gianuario,
Teresa Tona,
Giada Ustica



All’istanza di conservazione il progetto risponde attraverso una rilettura dell’edificio che: 1.  Mantiene e restaura sul fronte a mare la pensilina/portico ritmata dai pilastri per sottolineare la matrice del percorso longitudinale esterno ed allo stesso tempo la massima permeabilità trasversale dell’edificio; 2.  Alterna, in trasparenza con il portico, pieni e vuoti (camere chiuse e spazi permeabili): corti con giardino e nuovi volumi, in sintonia con l’assetto dato prima del 1956 da Pantano. 3.  Ripropone un blocco formalmente più chiuso di quello attuale sul fronte del giardino a mare.

All’istanza di trasformazione il progetto risponde cercando una relazione nuova tra gli spazi interni (spazio urbano della fiera) e quelli esterni (città), in un’ottica di prossima rifunzionalizzazione della intera cittadella fieristica: da recinto chiuso a spazio urbano, dove gli edifici (riqualificati) devono essere letti come padiglioni all’interno di un Parco appartenente alla Città. 

La nuova relazione è resa palese nella riconfigurazione dell’edificio che diventa un elemento di mediazione, trasparente, attraversabile alla vista, palese nelle sue funzioni tra la città e il mare. E così che lungo il fronte ovest la facciata si arretra, determina un portico, la nuova pelle di rete di rame si solleva consentendo di guardare-attraverso riportando la vista dello Stretto sul viale della Libertà. Nello stesso tempo la vita interna delle nuove officine dello spettacolo è parzialmente esibita, diventando così manifesto pubblicitario vivo comunicando all’esterno le attività in progress. Il nuovo rivestimento di rete di rame preossidato, appena staccato dal paramento murario, rende possibile giocare con la luce, soprattutto la notte attraverso sistemi di retro-illuminazione, per restituire un’immagine di leggerezza e di trasparenza virtuale. Il progetto restituisce una nuova immagine al vecchio padiglione che tuttavia non ignora il suo passato e le vicende delle sue trasformazioni.

Sulla facciata sud il progetto cerca di fare convivere la memoria delle facciate di Rovigo prima e di Pantano poi che hanno caratterizzato insieme alle tante versioni dei portali d’ingresso la testata nord della passeggiata a mare. Il rivestimento in rame si sovrappone, parzialmente, alle finestre restituendo un’immagine più pacata, più chiusa, (Rovigo 1946) della parete che fa da testata alla passeggiata a mare, diminuendo la “competizione” con il portale di ingresso a sei ripiani voluto da Pantano nella sua ultima riconfigurazione del 1951.

Le trasformazioni, indotte dalle nuove funzioni, sono pensate nel rispetto della matrice tipologica riconosciuta:

l’alternanza dei moduli quadrati vuoti e pieni è rispettata ed esaltata; i due pieni sono volumi lucidi sospesi da terra, camere della musica, di legno e acciaio. Dalla piazza si intuisce la funzione, perché è possibile vedere l’estradosso sagomato (convesso) del pavimento delle sale; a terra bar e bookshop, occupano lo spazio sottostante le camere della musica, affacciandosi direttamente all’esterno sulle corti verdi e sulla piazza ed all’interno; le sale delle nuove officine dello spettacolo occupano lo spazio della manica lunga dell’ex padiglione espositivo, la parte sicuramente di minor pregio e di maggiore criticità per come già accennato, trasformandolo: lo spazio, alto circa 9 metri, viene reinterpretato su due livelli: un sistema di scale e ballatoi distribuisce le nuove funzioni, affacciandosi con continuità sugli spazi di foyer, dei passi perduti e dei giardini interni.

Le precedenti funzioni (biglietteria e uffici dell’Ente) restano nelle posizioni di origine, interessati solo da interventi di manutenzione straordinaria di adeguamento e messa a norma.
La nuova destinazione d’uso del padiglione incide anche sulla necessità di ripensare ad una riconfigurazione dello spazio esterno antistante il padiglione.

L’Autorità Portuale ha già avviato, attraverso un recente affidamento in concessione, il recupero del padiglione dell’ex Irrera a mare per restituirlo alle funzioni originarie.
Riteniamo che la presenza delle nuove officine dello spettacolo non potrà che stabilire
utili e reciproche sinergie con le attività dell’ex Irrera a mare antistanti. L’antica tradizione di ospitare eventi di musica e spettacoli all’aperto sulla terrazza a mare sarà certamente ripresa. In forma nuova, salvo il fondale dello Stretto.


Riteniamo che lo spazio esterno debba essere rivisitato: da viale a piazza.
Nelle figurazioni del progetto si immagina una unificazione dello spazio – oggi tripartito tra terrazza a mare, viale e marciapiede – attraverso la demolizione delle strutture in acciaio e vetro antistante il primo padiglione e la pavimentazione dello spazio esterno con un unico materiale che si propone in lastre di pietra chiara.
La leggibilità del viale e della sua sezione è garantita attraverso minime differenze di quota: tra il marciapiede antistante il padiglione d’ingresso, il viale e la terrazza a mare.
Restano in questa ipotesi sia l’infilata delle aste delle bandiere che le piante esistenti.
Il progetto immagina per il padiglione ristrutturato, secondo le previsioni di bando, tre distinte ed autonome aree funzionali:
la biglietteria, mantenuta nella sua posizione originale;
gli Uffici dell’Ente Fiera, distribuiti in piccola parte a piano terra e per tutto lo sviluppo del secondo piano della porzione sud del fabbricato;
il complesso polivalente delle nuove officine dello spettacolo, su due livelli, per teatro, musica, danza, cinema, dotato di servizi per gli artisti oltre che di due spazi commerciali: di un bar e di un bookshop.
Il complesso è dotato di una sala per teatro e musica, con palcoscenico attrezzato, capace di circa 250 posti, di una sala pensata per proiezioni cinematografiche per circa 140 posti, due sale prove polivalenti per la danza e/o il teatro, due sale prove pensate per la musica